Una storia di famiglia

UNA STORIA DI FAMIGLIA

Negli anni ’50, Ischia era un paradiso sconosciuto a molti e riservato a pochi avventurosi turisti innamorati del mare incontaminato e della schiettezza della gente. Il comune di Forio, poi, quello più ad ovest dell’isola, era ancora più isolato. Lì, i ritmi erano lenti, scanditi dalla pesca e dall’agricoltura. Un po’ come oggi: atmosfera dolce, relax, mare e squisitezze gastronomiche.

Sul porto di Forio sorgeva il piccolo ristorante di Zi Carmela; pochi tavoli ed un pergolato all’ombra. Qui, insieme al figlio Vito, Zi Carmela proponeva i piatti della tradizione, quella vera. Pesce pescato al momento dalle barche di fronte e sapori di campagna; pomodorini, zucchine, melanzane, peperoni, erbe aromatiche, aglio, olio extra vergine d’oliva. I pasti erano accompagnati dal vino della vigna di famiglia, che si estendeva sul terrazzamento dolce alle pendici del Monte Epomeo.

Col tempo e un po’ per volta, il ristorante si è ampliato fino a comprendere una pensione e poi un albergo. L’Hotel Zì Carmela, con il ristorante sulla terrazza, le camere, le piscine ed il centro benessere, oggi sorge all’interno di una grande struttura che un tempo era la dimora di un’influente famiglia foriana. La struttura ha mantenuto intatto il fascino della corte antica.  I corridoi delle camere si affacciano oggi sulla Hall che custodisce un segreto. La leggenda racconta che, nel luogo in cui oggi sorge la Hall, al tempo ci fosse una cappella, in cui il parroco del paese usava dir Messa per le tre figlie del signorotto, tutte da maritare. Oggi, la sapienza di Zi Carmela rivive nei piatti dello chef Nicola, mentre tutta la famiglia gestisce l’albergo con la stessa passione per le cose semplici e l’amore di sempre.

UN NETTARE PER GLI AMICI: IL VINO DELL'ANGELO

Nonna Carmela, insieme alla sua famiglia, possedeva un vigneto da cui si ricavavano uve e vini, riservati ai parenti e agli amici stretti. Per questo, da sempre, il vino è un protagonista importante dell'anima dell'Hotel Zi Carmela. Il pittore milanese, Piero Leddi, che ha eletto Ischia come patria adottiva, ebbe il ristorante di Zì Carmela come luogo del cuore e dell'amicizia. Per lui, tante chiacchierate notturne a tavola con gli amici e il vino migliore: il Vino dell'Angelo.

Perché questo nome? La storia merita di essere raccontata. Immaginate un milanese colto ed intellettuale, artista e soprattutto ateo. Immaginate poi le tradizioni religiose del sud, in particolare quelle dei piccoli centri, quelli in cui ancora le anziane siedono pomeriggi interi recitando il Santo Rosario.

Ecco, unite le due immagini. Il giorno dopo Pasqua, il Lunedì in Albis, a Forio si svolge la corsa dell'Angelo: una grande statua dorata, che raffigura l'Arcangelo Gabriele, è portata a braccia dai fedeli di corsa.

Tra la folla, l'Angelo percorre tutto il corso principale di Forio e sembra volare sulle teste dei passanti. L'effetto è davvero suggestivo, la cerimonia è accompagnata dalla Banda Comunale, da folle di curiosi e fedeli. Tutta Forio è in festa: da Zì Carmela, la banda passa a suonare, spargendo risate e allegria. In una di queste occasioni, a bordo piscina c'era anche Piero Leddi. Il pittore rimase talmente colpito dall'atmosfera, che dipinse per Zì Carmela l'etichetta del vino dell'angelo, oggi imbottigliata dalla casa vinicola Pietatorcia.

Oggi, sull'etichetta c'è una figura delicata, un tratto di angelo in blu, e, sul retro, una dedica di quelle che si regalano soltanto agli amici.

"Piccola storia, quasi una favola.
Un grande pittore arriva da lontano, sbarca nuovamente al Zì Carmela, dove i sentimenti valgono ancora come oro, e rinnova il suo amore per Forio. Gli raccontano la memoria di un rito antico, come fare vino da uve viste sbocciare e poi accarezzate con l'occhio della speranza e della passione. Giorno dopo giorno.
E' così Piero Leddi, immenso campione di umanità, anni dopo aver dedicate a Forio un maestoso Albero della Libertà, di slancio, a tavola, inventa un angelo e pensa ad un'etichetta per un vino speciale, solo per amici veri, fatto esclusivamente con uva bianca baciata dal sole di Forio. E' nato così questo Bianco dell'Angelo. Da bere insieme nel segno esclusivo dell'Amicizia, nei giorni particolari, quelli da ricordare. Perchè l'Amicizia è il suo ambizioso, forse inarrivabile, antico bouquet."