La Chiesa nella Roccia

 

C'è chi nella roccia ci mise una spada e chi come a Forio nella roccia ci mise una chiesa....

 

Da un idea di Don Pasquale Sferratore, recentemente scomparso e guida spirituale per tutti i fedeli di Forio, nacque questa Chiesa così particolare. Il suo nome è Regina delle Rose, ma lo potrebbe essere di tutti i fiori, in quanto molteplici sono le piante che abbelliscono l'intero giardino, dagli alberi di Limoni, immancabili sull'isola, alle margherite, alle rose, l'amato parrocco volle creare questa chiesa per venire incontro alle esigenze dei numerosi turisti specialmente tedeschi che frequentavo la nostra isola, dando loro la possibilità di partecipare al rito ecclesiastico (infatti la messa veniva detta anche in lingua tedesca) godendosi l'aria aperta e in pieno contatto con la natura circostante, divenendo poi meta preferita anche dei residenti

La particolarità di questa Chiesa non si ferma solo al giardino e al fatto di essere all'aperto, ma sopratutto per essere situata ai piedi di Torre Nacera, una delle innumerevoli "torri d'avvistamento", infatti Forio è chiamato il paese del Torrione, usate centinaia di anni fa per avvisare la popolazione dai pericoli che potevano giungere dal mare. Forio infatti è la parte dell'isola più esposta al mare aperto, "guarda" verso le terre lontane dell'Africa, ma il suo "sguardo" è molto ampio e i pericoli potevano giungere da ogni parte, da questa bellissima e antica torre in particolare vi è una veduta veramente spettacolare, dall'alto lo sguardo si perde a 360°, si può ammirare il sempre romantico e particolarmente colorato tramonto e il riflesso di quei colori illuminare l'intero Monte Epomeo, già da solo questo varrebbe il prezzo del biglietto che tra l'altro è gratis.

 

Ma la vera caratteristica di questa splendida Chiesa è la sua conformazione, interamente ricavata dalla roccia, o meglio della pietra Tufo Verde, una pietra presente su tutta l’isola d’Ischia, sebbene non in maniera uniforme. Il versante sud-occidentale coincidente, grosso modo, con i comuni di Forio e Serrara Fontana, è quello dove si trova in maggior quantità, al punto da aver incoraggiato lo sviluppo di tecniche edilizie autoctone. Le case di pietra del bosco della Falanga (Forio) e quelle visibili lungo la strada del piccolo borgo rurale del Ciglio (Serrara Fontana) raccontano di un passato, nemmeno tanto lontano, in cui gli ischitani scavavano i mega blocchi di tufo disseminati per il territorio per farne ricoveri di fortuna e, in qualche caso, vere e proprie abitazioni.

 

Spettacolari poi i dettagli che sono presenti nella Chiesa, dalla fonte battesimale alla parete esterna che descrive il presepe, all'altare stesso tutto creato a mano, scavato nella roccia, una chiesa da vedere e ammirare non solo dai fedeli, ma anche dagli amanti della geologia, dell'arte della cultura, una tappa non segnata nelle guide, ma assolutamente una tappa da non mancare.